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La nostra storia

Che cos’è un racconto breve? Un fulmine che illumina un cielo nuvoloso o una notte di pioggia. Un attimo che fa levare lo sguardo, un solo momento che racchiude la forza della natura. Una carica di energia che dal cielo si scaglia sulla terra e a cui segue un’onda d’urto, un tuono, forte a seconda della distanza dell’osservatore. Questo è un racconto breve: un fulmine, che dalla testa dell’autore scende sul foglio bianco. Una carica di energia che rapisce il lettore e che provoca un tuono nella testa, forte quanto l’immedesimazione del lettore stesso nella storia.

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Come nasce white?

L’idea di una rivista letteraria nasce una mattina di otto anni fa, davanti a un caffè. Quello che avevamo in mente era di creare uno spazio virtuale di confronto e condivisione del proprio lavoro, nacque così readerforblind, rivista indipendente di narrativa breve. Nel 2020 readerforblind è diventata una casa editrice, ma il progetto della rivista ci è sempre rimasto nel cuore; così oggi, nel 2023, lanciamo ufficialmente white, la rivista di readerforblind.
Perché proprio una rivista? La scrittura è una forma di comunicazione, scriviamo per noi stessi ma anche per comunicare con qualcuno, un bisogno naturale dell’uomo di mettersi in contatto con gli altri esprimendo i propri punti di vista o i propri sentimenti. Il racconto è una forma breve di comunicazione che, se ben costruito, può racchiudere grandi messaggi. white si propone proprio questo: essere una vetrina di racconti in cui gli autori possano esporre liberamente il proprio lavoro; una biblioteca virtuale  a cui chiunque possa accedere e leggere liberamente le storie pubblicate.

Essere rivista nel 2023

Le riviste in questo si muovono sul filo del pubblicabile on-line e del pubblicabile cartaceo, un filo spesso troppo sottile e su cui agiscono fattori che vanno oltre e che, alcune volte, non c’entrano nulla con la qualità del testo. Possiamo dire che l’attenzione verso il racconto è cambiata molto rispetto agli anni passati; c’è più riguardo in questo senso, le riviste diventano sempre di più e delle volte si trasformano in cartacee, tirando fuori prodotti bellissimi e curatissimi, i circoli di lettura in cui persone si affacciano e scoprono il racconto aumentano e le case editrici che nell’ultimo periodo provano (alcune prese da una sorta di moda del momento) a puntare sulla forma breve con edizioni particolari e attenta promozione sono sempre di più. C’è dunque un risveglio importante, ma non si sa quanto questo possa durare se non cambiano alcune modalità, soprattutto economiche.

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Forme brevi

Per anni si è affermato che i racconti non vendessero facendolo diventare un po’ una sorta di mantra per esorcizzare il fatto che in Italia sono poche le persone che investono sulla forma breve. Diciamo proprio investono perché, secondo noi, la questione sta alla radice e va presa molto alla larga; gli scrittori di soli racconti sono merce rara, forse perché legati al grande romanzo italiano che tutti abbiamo nel cassetto, ma a cui manca sempre qualcosa per essere completo. I racconti spesso fungono, purtroppo, da biglietto da visita; gli autori sono i primi a considerarli figliastri o merce di scambio per cercare di far notare le proprie capacità nel panorama letterario, e infatti spesso capita che vengano accantonati per un romanzo e poi tirati fuori in raccolte postume per ingannare l’attesa di un altro romanzo. Altre volte vengono semplicemente girati alle riviste sotto forma di: «Tieni, questo è un po’ vecchio, però…», infatti molti di questi non sono di quelli che ti lasciano senza fiato, mentre altri sono dei veri e propri gioielli che spesso restano intrappolati tra le maglie della rete senza uscirne. In white proviamo a tirarli fuori divulgandoli.  Il mondo è cambiato e chi non se ne accorge, spesso, lo fa perché non vuole accettarlo; brevità e digitalizzazione vanno di pari passo e vengono accostate alla letteratura più di quanto si possa pensare, non ci stupiremmo se fra qualche anno il libro potesse essere sostituito (e ci piange il cuore dirlo). In un mondo che va alla velocità del suono, leggere è diventato un lusso. Si lavora, si produce e c’è sempre meno spazio per le cose belle come la lettura, ma anche come l’ascolto e la visione.

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